Cuba: dopo 50 anni liberi di viaggiare, basterà visto e passaporto

Basterà un passaporto e il visto. Dopo 50 anni il regime annuncia l’eliminazione delle limitazioni agli spostamenti all’estero a partire dal 2013. Finora era necessario chiedere un permesso alle autorità, lettere d’invito e permanenze non superiori agli 11 mesi. Una riforma fortemente simbolica, molto attesa nell’isola.

Dal prossimo anno i cittadini cubani potranno viaggiare liberamente all’estero senza bisogno di richieste di permessi dalle autorità. Per uscire dal paese sarà sufficiente presentare un passaporto in corso di validità ed eventuali visti richiesti dai paesi a cui si è diretti. La misura entrerà in vigore dal 13 gennaio, ha reso noto il giornale del partito Granma. La restrizione ai viaggi all’estero, in vigore da 50 anni, è stata sempre uno dei punti più contrastati e combattuti dall’opposizione cubana, simbolo della mancanza di libertà per la popolazione sotto il regime di Castro.

Secondo il quotidiano laRepubblica – finora i cubani, per uscire dal Paese, dovevano richiedere un permesso speciale alle autorità, le quali potevano rilasciarlo a loro discrezione, senza necessità di giustificare un eventuale rifiuto. Dovevano anche presentare una lettera d’invito e non potevano restare all’estero più di undici mesi. In caso di violazione di questo termine rischiavano di vedere i loro beni confiscati e di essere considerati come espatriati definitivi, generalmente senza alcuna possibilità di tornare. Questa riforma della legge per i viaggi all’estero era la più attesa a Cuba, dopo l’adozione di una serie di riforme economiche che nel 2011 hanno introdotto una dose d’economia di mercato nel sistema centralizzato comunista.

I cubani che vanno all’estero per lavorare potranno fermarsi per 24 mesi, mentre per periodi superiori avranno bisogno di un permesso del Consolato cubano. Per la paura di una ‘fuga di cervelli’ verranno applicate invece restrizioni ad alcune categorie di professionisti come i medici, i militari e professionisti considerati ‘una parte importante della società’.

L’aggiornamento di queste misure , si legge sul sito di Granma, ‘risponde ala necessità dello Stato di difendersi dalla politica interventista del governo Usa e dei suoi alleati’Per questo determinate limitazioni alla circolazione delle persone rimarranno per ‘preservare il capitale umano creato dalla Rivoluzione a fronte del furto di talenti applicato dai potenti’.

Monte Bianco: valanga sul versante francese, morti e feriti

L’incidente è avvenuto vicino a Chamonix, a oltre 4mila metri, sulla terza vetta più alta del massiccio montuoso. Almeno nove persone hanno perso la vita. Non ci sarebbero italiani. Si cercano 2 dispersi.

Nove alpinisti sono morti e altrettanti sono rimasti feriti a causa di una valanga abbattutasi sul versante francese del Monte Bianco, che ha travolto diverse cordate di scalatori. Sono in corso le ricerche dei dispersi, al momento se ne contano due. Delle vittime, sei sono state identificate: si tratta di due scalatori tedeschi, due svizzeri e due spagnoli.

L’incidente, secondo quanto reso noto dalla Gendarmeria di alta montagna di Chamonix, si è verificato sul Monte Maudit (4.465 metri), la terza vetta più alta del massiccio. Un intinerario molto frequentato che conduce al Monte Bianco. L’allarme è scattato stamattina poco prima delle 6 di giovedì 12 luglio.


http://www.cai.it/

Terra Sacra Time Lapses: 6 minuti raccontano 6 anni di viaggi intorno al mondo

Uno speciale Time Lapses girato in sei anni, in sette continenti e 24 nazioni celebra la Terra. Il progetto che si chiama proprio Terra Sacra è realizzato da Sean F. White, photographer ed editor e  Roy Milner, autore e compositore dell’original score.

Terra Sacra Time Lapses è uno short film fatto dei paesaggi incontaminati e  delle antiche architetture antichi sparse per il Globo. Le immagini sono state realizzate fra il 2006 e il 2012, durante i viaggi personali della coppia e quelli progettati per Art Wolfe’s Travels to the Edge e Parallax Film Productions.

‘Ispirato a ‘Baraka di Ron Fricke, ho voluto combinare i miei shots preferiti in un nonnarrative film, a proposito di un tema che mi sta particolarmente a cuore: Sacred Earth, la Terra sacra – dice il regista. La mia vita da filmmaker è stata un viaggio illuminato, che mi ha dato il privilegio di vedere molti luoghi, surreali e senza tempo del nostro pianeta. Queste immagini della nostra Sacred Earth, insieme alla musica, sono il mio modo di condividere la magia della mia esperienza per molto e molto tempo ancora’.

I sei minuti di film sono un viaggio in tre parti: la Terra primordiale, il passato incontra il presente, e l’universo eterno.

Questo film è un progetto personale di condivisione della bellezza di certi luoghi senza paura. ‘Spero che in molti vedranno la potenza di cui è fatto del nostro Terra Sacra’.

http://terra-sacra.com/
twitter.com/seanfwhite
roymilner.com
www.seanwhite.net

Route66 on tour suggestions fra mito e realtà

Cliccando il suo nome su un comunissimo motore di ricerca (quale vi viene in mente per primo?) compaiono qualcosa come circa 38.900.000 risultati  in 0,20 secondi. Fra siti internet dedicati e pagine enciclopediche che ne raccontano la storia, l’unica cosa che viene voglia di fare è mettersi in macchina e partire.

Il riferimento è alla Route 66, la statale che taglia in due gli Stati Uniti d’America, facendola in barba a qualsiasi mappa per viaggiatori interstellari o fede rapper riconducibile al funzionamento del cervello. From East coast to Weast coast, da destra a sinistra, (secondo Noam Choamsky, noto sociolinguista, il più sviluppato è l’emisfero sinistro, quello del linguaggio, detto anche area di Broca, di cui utilizziamo solo una minima percentuale (10%). Pensate quindi agli eschimesi che hanno dieci modi di dire neve nella stessa lingua, costretti a variare così tanto per dire invece sempre la stessa cosa. Ma tornando a noi, cosa ha di così speciale questa Route con un 6 in meno rispetto a quel centinaio diabolico?

Aperta l’11 novembre 1926, anche se fino all’anno seguente non furono installati tutti i cartelli indicatori, originariamente collegava Chicago alla spiaggia di Santa Monica attraverso gli stati IllinoisMissouriKansasOklahomaTexasNuovo MessicoArizona e California per 3.755 km (2.347 miglia).

‘Negli anni cinquanta, la Route 66 divenne la strada preferita da chi si spostava verso Los Angeles per vacanza. La strada passa attraverso il Painted Desert (Deserto dipinto) in Arizona e nei pressi del Grand CanyonMeteor Crater, il celebre cratere meteoritico dell’Arizona era una delle altre attrazioni che punteggiavano il viaggio. L’aumento vertiginoso del turismo dette l’impulso alla nascita di molte attrazioni commerciali lungo tutto il tracciato: si va dai motel a forma di tepee (la capanna indiana), negozi a forma di budino, negozi che vendono cianfrusaglie pellirosse e fattorie specializzate nell’allevamento di rettili. Il locale Meramec Caverns vicino a San Louis iniziò a fare pubblicità proclamandosi come il nascondiglio di Jesse James. Un ristorante The Big Texan pubblicizzava che avrebbe regalato una cena con bistecca da 2 kg (72 once) a chiunque fosse riuscito a mangiarla completamente in un’ora. È sulla 66 che è stato anche inventata l’industria del fast-food con il Red Giant Hamburgs a Springfield (Missouri), che fu il primo drive-in, ed il primo McDonald’s a San Bernardino. Cambiamenti come questi al paesaggio hanno cementato la reputazione della 66 come un esempio quasi perfetto del microcosmo culturale dell’America, adesso strettamente legato all’automobile.’

In pieno american style quindi, la cara vecchia Route66, già ribattezza Historic da quando è stata rimpiazzata, nel 1985 dall’Interstate Highway System, è simbolo della cultura americana. E con il rap, il funzionamento percentuale del cervello, gli eschimesi, la neve e i viaggi in Vespa, c’entra poco o nulla. Forse.

 http://it.wikipedia.org/wiki/East_Coast_rap
http://en.wikipedia.org/wiki/East_Coast_hip_hop
http://it.wikipedia.org/wiki/West_Coast_rap
http://en.wikipedia.org/wiki/West_Coast_hip_hop 

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