Sonia Alfano, Lumia e i tour in cella per far pentire i boss

E’ una notizia del 9 agosto, pubblicata sul Corriere della Sera a firma Giovanni Bianconi. Secondo il giornalista del Corsera risale al 26 maggio la visita in carcere di Sonia Alfano, presidente della Commissione parlamentare antimafia, e del deputato Beppe Lumia, già membro della commissione. Lo scopo? Convincere i boss a collaborare. Perché una notizia di quasi una settimana fa continua a far parlare di sé. Per il boss in questione è l’ex super latitante Bernando Provenzano, tenuto  in un carcere emiliano a regime di 41 bis, quindi considerato dalla legge italiana come uno dei più pericoli criminali esistenti.

Provenzano ha ricevuto i due a colloquio, e risposto chiamando a gran voce la volontà dei propri figli e quella di Dio per capire se parlare o no. Da qui le polemiche sulle visite dei parlamentari che oggi riscuotono l’attenzioni di magistrati già saliti all’onore della cronaca, come Antonio Ingroia. Ed è proprio il procuratore aggiunto di Palermo che accenna a ‘Polemiche singolari’ riferendosi alle visite in carcere a Provenzano di Sonia Alfano e Giuseppe Lumia.

 Sono polemiche ‘singolari’ perché ‘non si è trattato di un tour investigativo’ – dice, ma ‘di un colloquio di due componenti dell’Antimafia, europea e italiana, che hanno invitato genericamente i boss a rispondere alle domande dei magistrati’ – che continua – ‘non viola nessun regolamento’. Così in una intervista al Corriere della Sera il pm Antonio Ingroia, nella quale sottolinea con una battuta che ‘dovrebbe sorprendere semmai che un parlamentare ‘non’ inviti a collaborare con la giustizia’. Peraltro ‘è la prima volta che politici che da sempre criticano la presunta invasione di campo della magistratura adesso si stracciano le vesti, difendendola dall’invasione di campo della magistratura’. E le critiche secondo Ingroia sono singolari anche perché, osserva il magistrato, ‘ricordo altre visite di parlamentari del centrodestra che andavano in carcere ad ascoltare il falso pentito Cosimo Cirfeta che screditava pentiti veri che accusavano Marcello Dell’Utri‘.

La notizia fa parlare di sé anche perché insieme a Provenzano, il tentativo di portare a colloquio è stato girato anche ad altri personaggi legati alla criminalità mafiosa. Vuol dire sempre dall’articolo pubblicato il 9 agosto, che la visita in carcere del 26 maggio è proseguita con ‘Filippo Graviano – e con altri due incontri. Uno con il capo-camorrista del clan dei casalesi Francesco Bidognetti, detto Cicciotto ‘e mezzanotte; l’altro con Antonino Cinà, il medico mafioso anche lui imputato per la presunta trattativa a cavallo delle stragi del ’92. Entrambi costretti al ’41 bis’.

Di normacontinua anche il giornalista del Corsera nell’articolo rivelazione del 9 agostoi ‘colloqui investigativi’ con i detenuti per saggiarne la disponibilità al ‘pentimento’ spettano al procuratore nazionale antimafia, alla polizia giudiziaria o ai magistrati autorizzati dal ministro della Giustizia; i rappresentanti degli organismi elettivi, invece, possono entrare nelle carceri per verificare le condizioni di detenzione. Dal contenuto delle relazioni su questi due colloqui, però, emerge che il senatore e l’eurodeputata hanno parlato di molto altro’.

Sample frontpage from the newspaper

Sample frontpage from the newspaper (Photo credit: Wikipedia)

‘Reputiamo gravissima la fuga di notizie sul Corriere della Sera del 9 agosto sulla visite in carcere ai detenuti Bernardo Provenzano ed Antonino Cinà da parte dei parlamentari Sonia Alfano e Beppe Lumia. La divulgazione dei contenuti di questi colloqui ha raggiunto due effetti estremamente deleteri: da un lato si è resa più improbabile la possibile collaborazione dei due boss di Cosa Nostra con la Giustizia, dall’altro è stata offerta l’esca ad un battente fuoco di sbarramento contro l’iniziativa di Alfano e Lumia definita ‘sconcertante’ da parte di alcuni parlamentari come l’on. Gaetano Quagliarello. Perfino il ministro della Giustizia Paola Severino si è sentito in dovere di richiamare il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ad ‘una puntuale osservanza dell’articolo 67 dell’ordinamento penitenziario’ che regola le visite dei parlamentari ai detenuti’.

Apre citando Salvatore Borsellino e risponde: ‘di ‘sconcertante’ in questa vicenda c’è un solo fatto: la fuga di notizie sull’iniziativa assolutamente lecita e rispettosa delle procedure formali degli onorevoli Alfano e Lumia e la totale ostilità da parte di un ampio schieramento istituzionale e di una grossa parte del mondo dell’informazione verso quei politici (una rarità) e giornalisti (altrettanto rari) che non si rassegnano a tacere sui rapporti tuttora in corso tra pezzi delle Istituzioni e la criminalità organizzata di stampo mafioso. In questo momento particolarmente delicato per lo sviluppo delle inchieste sulle stragi degli anni ’92-93 esprimiamo pertanto la nostra più sentita vicinanza a Sonia Alfano, Beppe Lumia, a tutti rappresentanti istituzionali e del mondo dell’informazione che non sono disposti a tacere di fronte al ricatto incrociato della criminalità organizzata e dei pezzi degli apparati statali con essa compromessi.

Invitiamo tutti i cittadini a schierarsi al fianco di chi, con il proprio agire quotidiano, rifiuta testardamente il ‘puzzo del compromesso morale che si oppone al fresco profumo di libertà’ e non vuole dimenticare il sangue ed i volti delle Vittime delle stragi mafiose degli anni ’92-93.’

Conclude così il fratello del magistrato ucciso Salvatore Borsellino e il Movimento Agende Rosse.

http://www.soniaalfano.it
http://www.giuseppelumia.it/
http://www.19luglio1992.com/
http://www.resistenzantimafia.blogspot.it/

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